"Il disagio del medico" di Massimo Misiti

Riflessioni dopo il lungo venerdì di passione.

Ci sono giorni che ti arrivano addosso con il chiaro intento di metterti in ginocchio, o almeno di provarci sino allo scoccare dell’ultimo secondo.

Lo capisci al mattino, appena apri gli occhi, anzi a volte i giorni prima ti avvisano di quel giorno che presto ti sarà portato in dote. Allora che fai? Lo aspetti, ti prepari e sai che quel giorno non potrai vincere, ma dovrai finirlo in piedi, perche poi sarà passato e tu invece sarai ancora lì.

Venerdì è stato un giorno emotivamente devastante per ognuno di noi, delusione, commozione, preoccupazione, forse euforia e poi smarrimento e sfinimento, credetemi tutto ben preparato e preannunciato a molti di noi da parecchi giorni.

La degna chiusura della giornata ci ha portato ad incontrare per la prima volta l’On. Gelli nella sede dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri, quella che il Dr. Valente, Presidente dell’Ordine di Vicenza, definisce la casa di ogni Medico. Ne avevamo proprio bisogno, finalmente sentirci in un posto sicuro, tutelato, quasi coccolati tra le braccia di mura amiche.

Abbiamo perciò recuperato le forze, serrato le fila, alzato la testa, e, rinvigoriti dal vederci riempire in ogni angolo la sala, ci siamo preparati all’ultimo atto di una giornata vissuta con il cuore in mano.

Siamo arrivati con alcuni timori chiari circa il Ddl Gelli, attualmente in discussione al Senato e che molti vedono convertito in legge entro l’estate:

  • La possibilità da parte del presunto danneggiato di agire direttamente contro l’esercente la professione sanitaria anche se dipendente del SSN e la nuova azione di rivalsa da parte delle Aziende del SSN contro i propri dipendenti (art. 7, art. 9, art. 12).
  • La necessità del singolo esercente la professione sanitaria, anche dipendente del SSN, di stipulare singolarmente una adeguata polizza assicurativa (art. 10).
  • Il concetto di autoritenzione del rischio possibile per le Aziende del SSN (art 10).

Ebbene l’On Gelli è riuscito con grande bravura, nella non facile impresa di rassicurarci sui primi due punti. L’esercente sarà tutelato dall’Azienda di cui è dipendente in toto, compresi i casi di colpa grave, per i quali l’Azienda si rivarrà poi sul singolo, che si sarà nel frattempo dotato autonomamente di una polizza per colpa grava alla modica cifra di 250 €, euro più euro meno. In meno di un’ora ha messo in crisi i nostri timori frutto di mesi e mesi di letture, consulenze, discussioni. Ma d’altronde è la sua legge, chi meglio di lui la conosce e la può spiegare? L’unico appiglio alle nostre paure allucinatorie, rimaneva il pensiero di come i nostri timori fossero stati confermati da medici legali, avvocati, giudici. Se come noi anche loro avevano frainteso, allora era chiaro che il problema non era il contenuto ma qualche passaggio formale – lessicale; quindi la soluzione ci è parsa lampante direi entusiasmante nella sua semplicità: rafforziamo per iscritto quelli che sono i concetti espressi, togliendo definitivamente le possibilità di fraintendimenti o libere interpretazioni. La risposta è stata “non serve”, “è già chiaro così”.

Ci fidiamo dell’On Gelli ma, purtroppo per noi, il giorno che ci troveremo di fronte ad un giudice sarà difficile avere l’On Gelli come difensore d’ufficio e quindi vorremmo che, qualsiasi perito, medico legale, avvocato, magistrato, giudice potesse dare la stessa valutazione ed interpretazione di tutta la legge in ogni suo punto. Frasi come “…il medico risponde del proprio operato….”; possibilità per il danneggiato, di convenire, nel giudizio di risarcimento del danno “anche l’esercente la professione sanitaria”; “il soggetto danneggiato ha il diritto di agire direttamente…….all’esercente la professione sanitaria; sono frasi chiare, per nulla interpretabili, mentre mai nella legge vi è un passaggio chiaro in cui si scriva che le strutture sanitarie del SSN si fanno carico in toto delle denunce, anche personali, per qualsiasi forma e tipologia di responsabilità presentate contro i propri “esercenti la professione sanitaria”, tenendoli completamente indenni da qualsiasi richiesta di risarcimento formulata da terzi in merito al proprio operato nel servizio sanitario pubblico, e provvedono ad adeguata copertura delle eventuali spese legali in sede sia civile che penale.

A riguardo poi della polizza per colpa grave, tralasciandone il costo per il singolo che ci risulta difficile immaginare potrà essere di 250 €, sono le caratteristiche e le clausole contrattuali che ci preoccupano: la disdetta unilaterale alla sola notifica di apertura del sinistro, il rifiuto di assicurare se sinistrati, la mancata copertura dei sinistri pregressi, l’aumento dei premi in bonus malus, la durata annuale, le franchigie.

Ci presenteremo ai colossi assicurativi come singoli contraenti, con potere contrattuale ben lontano da quello di un’Azienda Ospedaliera che richiede una tale polizza per tutti i propri dipendenti. A riguardo di questo non ci si parli di conflitto di interesse tra Azienda ed esercente la professione sanitaria, la priorità deve averla la tutela della serenità del lavoro dell’esercente la professione sanitaria e quindi la tutela del paziente.

Per cui alla fine ce ne siamo torniamo a casa tali e quali a come eravamo arrivati, almeno sui primi due punti.

La vera chicca è però arrivata sul terzo punto, quello che per così dire, sino ad oggi abbiamo considerato come l’aspetto con più margini di adattamento, pur non piacendoci a livello istintivo: la possibile autoritenzione del rischio da parte delle Aziende del SSN. Ebbene abbiamo scoperto che anche l’On. Gelli, relatore del Ddl che ne prevede comunque la possibilità, nutre forti perplessità sulla forma di assicurazione in autoritenzione ma, per una questione di autonomia regionale in materia di sanità, la facoltà delle singole Aziende di scegliere tale forma assicurativa non può essere tolta dal Ddl. Esponendoci questo tipo di autoassicurazione ad una serie di rischi il più importante dei quali è quello di porci in una possibile posizione di conflitto di interesse, come controparte, con la stessa nostra Azienda, alla quale potrà essere arrogata la possibilità di azione di censura severa, per raggiungere il giudizio di colpa grave (ad oggi ancora senza chiara definizione) con l’intento di recuperare economicamente almeno una parte di quanto eventualmente esborsato.

Per cui figure professionali, pazienti e cittadini a fare da ammortizzatori in una sovrapposizione di competenze tra potere centrale e potere regionale: questa proprio ci mancava!!

Allora cosa di positivo ci siamo portati a casa dopo questo incontro?

Pensandoci a mente fredda direi non poco: la percezione che la volontà di fare una legge buona ed equa ci sia da parte dei legislatori, la dichiarata disponibilità di poter lavorare insieme a loro, la presenza di elementi positivi già all’interno della legge (riduzione nell’ambito penale della responsabilità professionale, potenziamento del risk management, responsabilità extracontrattuale, tetto soglia per l’azione di rivalsa).

Ma ci portiamo a casa e ci teniamo ben stretta soprattutto la coscienza e la conferma di come Obiettivo Ippocrate sia nel giusto, per ciò che concerne sia i contenuti che i modi, e se, come dice l’On Gelli, siamo gli unici in Italia ad aver sollevato tanti dubbi e tante preoccupazioni, l’invito è a valutare la possibilità, anche solo per un momento, che questi medici abbiano la sensibilità, la lungimiranza e lo spessore umano e professionale per vedere là dove gli altri arriveranno a vedere un po’ dopo.

 

Massimiliano Zaramella

Presidente “Obiettivo Ippocrate”

www.obiettivoippocrate.it

 
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