Comunicato Stampa Associazione “Obiettivo Ippocrate” dopo audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato

Comunicato Stampa Associazione “Obiettivo Ippocrate” dopo audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato

Responsabilità professionale. Obiettivo Ippocrate: una congrua tutela per l’esercente la professione sanitaria è irrinunciabile per il diritto alle cure del cittadino

La convocazione dell’Associazione “Obiettivo Ippocrate” in Commissione Igiene e Sanità del Senato, a soli 30 giorni dalla sua nascita, dimostra la nostra credibilità e la nostra determinazione. Mai nella storia della Repubblica Italiana un associazione neonata aveva avuto un tale riconoscimento istituzionale ed una tale investitura ufficiale.
“Obiettivo Ippocrate” si pone come scopo principale quello di occuparsi della responsabilità professionale in campo medico. La questione è estremamente complessa e coinvolge molteplici ambiti, alquanto eterogenei, ed a volte tra loro in conflitto. Lo spirito che ci anima è fondamentalmente collaborativo e, pur coscienti della gravità drammatica per i cittadini, e per gli operatori sanitari in genere, dell’attuale situazione, ma soprattutto degli scenari futuri che si vanno delineando, la nostra volontà è di dare un apporto costruttivo se non alla soluzione della problematica almeno ad affrontarla e sviscerarla in maniera corretta.

In questo contesto non può non avere un ruolo fondamentale il Ddl Gelli attualmente in esame al Senato.
Come Obiettivo Ippocrate oggi in Commisione Igiene e Sanità del Senato abbiamo manifestato la nostra profonda preoccupazione per tre aspetti inseriti nel Ddl Gelli:

  • La possibilità di agire direttamente sull’esercente la professione sanitaria (medici, ostetriche, infermieri, tecnici sanitari), da parte del presunto danneggiato (comma 3 dell’art. 7, comma 2 dell’art. 9, comma 1 dell’art. 12), nell’ambito di un Servizio Sanitario Nazionale, in cui l’esercente la professione sanitaria ricopre un ruolo di pubblica necessità con un rapporto di dipendenza con il Servizio Sanitario.
  • La necessità del singolo esercente la professione sanitaria, anche dipendente del Sistema Sanitario Nazionale, di stipulare singolarmente una adeguata polizza assicurativa (comma 3 art. 10), abbandonando il singolo professionista ad interfacciarsi da solo, coi titani assicurativi nei confronti dei quali le stesse Aziende Sanitarie stanno facendo un passo indietro, pur avendo un potere contrattuale decisamente superiore. Attualmente le polizze proposte, siano esse di primo rischio o colpa grave, hanno durata annuale, con diritto di recesso unilaterale alla sola notifica di sinistro, con aumento esponenziale del premio assicurativo a seguito della sola notifica del sinistro, sempre che si riesca a trovare una compagnia assicurativa disposta a stipulare una nuova polizza. In tal caso che farà il medico? Smetterà di esercitare la professione?
  • Il concetto di autogestione assicurativa o autoassicurazione o autoritenzione del rischio, possibile per le Aziende del Servizio Sanitario Aziendale (comma 1 dell’art 10) che, al di là della reale e mera opportunità economica, tutta da dimostrare, ci lascia molto perplessi sulle reali competenze delle Aziende su una problematica che, in ambiti non solo sanitari, è sempre stata gestita da chi si dedica esclusivamente a questo. Esponendoci inoltre, questo tipo di autoassicurazione, ad una serie di rischi il più importante dei quali è quello di porci in una possibile posizione di conflitto di interesse, come controparte, con la stessa nostra Azienda, alla quale potrà essere arrogata la possibilità di azione di censura severa, per raggiungere il giudizio di colpa grave (ad oggi ancora senza chiara definizione) con l’intento di recuperare economicamente almeno una parte di quanto eventualmente esborsato.

E chiaro che, con questi presupposti il lavoro dell’esercente la professione sanitaria, non potrà essere svolto con serenità ed il primo a risentirne sarà il paziente, con aumento vertiginoso della medicina difensivistica, che diventerà presto “medicina astensionistica”, aumento della spesa, calo delle performance clinico-chirurgiche ed aumento della mortalità.
Partendo dal presupposto che il diritto all’assistenza sanitaria, dato che la salute in quanto tale non può purtroppo essere un diritto, ed il diritto ad un giusto ed equo indennizzo sono inalienabili ed intoccabili in una società civile, crediamo che servirà uno sforzo immane da parte di tutti per recuperare due concetti che costituiscono le fondamenta dell’atto medico nella sua nobiltà:

  • Il rapporto medico-paziente, al di là di regole e leggi, che giustamente devono esistere, si fonda sostanzialmente su un rapporto di fiducia reciproca.
  • Il paziente che più può denunciare non sarà mai un paziente più tutelato, perché l’approccio del medico sarà, anche solo a livello inconscio, influenzato da questa rincorsa al responsabile, al colpevole, all’indennizzo e quindi, soprattutto nelle situazioni più complesse, più difficili, di grigio, potrà accadere di scegliere di non fare, o di fare la cosa che espone meno il professionista, anche se in quella specifica situazione potrebbe non essere quella che dà maggiori possibilità al paziente.

Massimiliano Zaramella
Presidente “Obiettivo Ippocrate”
www.obiettivoippocrate.it

 

Roma, Senato della Repubblica 22 marzo 2016

 
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