Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria ritengo che, al di là delle tante parole di ringraziamento ed apprezzamento, servano dei segnali concreti per chi sta lavorando a testa bassa e pancia a terra, per affrontare un nemico comune. Sono orgoglioso delle migliaia di colleghi (medici, biologi, infermieri, tecnici sanitari, operatori sanitari) che lavorano in silenzio senza risparmiarsi, senza apparire su tv, giornali, sul web e riescono anche, quando gli è permesso, a vivere una vita famigliare e di affetti.
Occorre però che a queste migliaia di “eroi loro malgrado” arrivino dei segnali concreti e tangibili. I gesti di solidarietà si moltiplicano: ai colleghi rinchiusi negli ospedali arrivano pasti gratuiti offerti da semplici cittadini che rimangono anonimi, il mondo imprenditoriale si è attivato per elargire offerte in denaro per la ricerca e per gli ospedali. Anche il mondo dello sport si muove: alcuni giorni fa la Società Inter Calcio ha devoluto un’ingente somma all’Ospedale Sacco di Milano, un gruppo di tifosi del Pisa Calcio ha rinunciato al rimborso del biglietto del derby con il Livorno che si giocherà a porte chiuse, chiedendo alla società di devolvere il denaro per la ricerca.
Ora chiedo a voi gesti concreti per chi da settimane e per i prossimi mesi, cercherà di difendervi e difenderci in questa che è diventata una guerra. Ben vengano le nuove assunzioni, l’acquisto di nuovi materiali, l’attivazioni di nuove strutture, l’acquisto di prestazioni dalla sanità privata ma dovete dare un segnale a chi è già è in trincea con i piedi nel fango, piegato dalla fatica e dalla paura ma che non indietreggia di un passo.